MANUALE PER VIP
Rubrica a cura di Augusto Cavadi

Augusto Cavadi, Manuale per Vip
«Eh, no! Mi dispiace. Se vi siete incuriositi a questa nuova rubrica perché immaginate che parli di questo o quel Vip (dall'inglese "very important person"), rimarrete delusi. Niente pettegolezzi, indiscrezioni, dicerie: l'ottanta per cento della carta stampata e delle televisioni ne è già zeppa! Ho voluto scegliere questa sigla, invece, come abbreviazione di "Vivere in pienezza"...»
Dal post introduttivo ►
CENETTE FILOSOFICHE PER NON... FILOSOFI
(DI PROFESSIONE)
Rubrica a cura di Augusto Cavadi

Augusto Cavadi, Cenette Filosofiche
Nel 2003 alcuni partecipanti abituali alle “Vacanze filosofiche” estive¹, e residenti nella stessa città (Palermo), abbiamo esternato il desiderio di incontrarci anche nel corso dell’anno, tra un’estate e l’altra. Da qui l’idea di una cenetta quindicinale presso lo studio legale di uno di noi, Pietro Spalla, che si sarebbe incaricato di far trovare un po’ di prodotti da forno e qualche bevanda. Appuntamento alle ore 20:00 (in martedì alterni) per accogliersi a vicenda e mangiucchiare ciò che si trova sulla tavola: dalle 20:30 alle 22:00, poi, lo svolgimento dell’incontro.

La metodologia che abbiamo adottato è molto semplice: chiunque del gruppo propone un testo che si presti ad essere letto in chiave di filosofia-in-pratica (dunque non solo un classico del pensiero filosofico, ma anche un romanzo o un trattato di psicologia, un saggio di astrofisica o di botanica) e, se la maggioranza lo accetta, diventa nelle settimane successive il testo-base delle conversazioni. In esse non sono graditi gli approfondimenti eruditi (tipici dei seminari universitari) perché si vorrebbe dare spazio alle riflessioni personali, alle risonanze esistenziali e alle incidenze sociopolitiche, suggerite dal testo adottato. Uniche condizioni per la partecipazione: aver letto le pagine del libro che il gruppo si assegna di volta in volta per la riunione successiva (se non si fosse riusciti a farlo in tempo, si è pregati di assistere in silenzio) e intervenire evitando i toni polemici nei confronti dei presenti che abbiano espresso convinzioni, esperienze, ipotesi interpretative differenti dalle proprie².

La pandemia del Covid-19 ha costretto la piccola comunità di ricerca filosofica a sospendere gli incontri in presenza e a sostituirli con sessione in video-conferenza: certamente una riduzione della qualità delle relazioni fra i partecipanti, ma anche l’apertura di possibilità sino a quel momento inesplorate. Così amiche e amici di varie regioni italiane si sono collegati via internet e questa modalità di interazione ha finito col sostituire del tutto le cenette in presenza. Ci si vede direttamente alle 20:30 collegandosi mediante un link che Pietro Spalla trasmette a chiunque faccia richiesta di essere incluso nell’apposita mailing list (spalla.pietro@gmail.com).

La mailing list è diventata, sempre più, un luogo di scambi tra una cenetta e la successiva: scambi di opinioni, di commenti, di suggerimenti bibliografici, di battute umoristiche, di informazioni su eventi culturali... In questa molteplicità di interventi occasionali, non ne mancano alcuni meno estemporanei, di una certa consistenza e di un certo rilievo, che probabilmente meritano di non essere seppelliti nelle ondate di e-mail che si accavallano di giorno in giorno (talora di ora in ora).

Da qui l’idea di aprire in questo blog – www.filosofiaperlavita.it – un’apposita rubrica – “Cenette filosofiche per non... filosofi (di professione)” – che metta a disposizione, per un lasso di tempo più lungo e soprattutto per un pubblico potenzialmente più ampio, i contributi che i sostenitori finanziari della rubrica riterranno opportuno segnalare³.

Augusto Cavadi


¹ Cfr. https://vacanze.filosofiche.it
² Cfr. “Cenette filosofiche” in A. Cavadi, Mosaici di saggezze. Filosofia come nuova antichissima spiritualità, Diogene Multimedia, Bologna 2016, pp. 282-284.
³ Attualmente i rimborsi delle spese di gestione di questa rubrica sono sostenuti da Caccamo A., Cavadi A., Chiesa L., Cillari E., D’Angelo G., D’Asaro M., Di Falco R., Enia A., Federici G., Galanti M., Gulì A., Leone R., Oddo G., Palazzotto A., Paterni M., Randazzo N., Reddet C., Salvo C., Spalla P., Spalla V., Santagati G., Ugdulena G., Vergani B., Vindigni E. Chi desiderasse aggiungersi al numero dei sostenitori può contattarmi alla e-mail a.cavadi@libero.it

7 febbraio 2024

Per una visione critica di "Sapiens. Da animali a dèi" di Y. N. Harari


Filosofia per la vita - Sapiens. Da animali a dèi - Y. N. Harari - Recensione di Francesco Azzarello

Sommario

1. RICERCA DI UN PUNTO DI VISTA CRITICO, CORRETTO E COSTRUTTIVO
2. C’È FALSO E FALSO
3. C’È ’IO E IO
4. LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA
5. PER INIZIARE A CONCLUDERE: IL PROGETTO GILGAMESH
6. PER CONCLUDERE SUL SERIO


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Recensione di Francesco Azzarello condivisa da Augusto Cavadi
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20 gennaio 2024

Augusto Cavadi, orientamento alla lettura del volume "Sapiens. Da animali a dèi" di Y. N. Harari

• Augusto Cavadi •


Dopo alcuni mesi, il 9 gennaio abbiamo concluso il ciclo delle "cenette filosofiche" basato sul volume di Y. N. Harari "Sapiens. Da animali a dèi", Bompiani, Milano 2017. Per chi volesse avere uno sguardo complessivo sul volume, metto volentieri a disposizione una mia (dunque opinabile, arbitraria) breve sintesi schematica.
Yuval Noah Harari - Sapiens. Da animali a dèi - Breve storia dell'umanità
Yuval Noah Harari, "Sapiens. Da animali a dèi - Breve storia dell'umanità" (Nuova Edizione Riveduta Bompiani, trad. Giuseppe Bernardi 2017)



PARTE PRIMA

L'universo che conosciamo attualmente si è formato circa 13 miliardi di anni fa.
Solo 9 miliardi di anni dopo, cioè circa 4 miliardi di anni fa, è nata la vita sulla Terra.
Solo 3 miliardi e 998 milioni di anni dopo, cioè circa 2 milioni di anni fa, compaiono degli esseri umani che si comportavano in maniera simile a "gli scimpanzé, i babbuini e gli elefanti" (p. 12) e producevano i primi utensili (p. 18).
Ma è solo l'altro ieri – o per mantenere le proporzioni – qualche ora fa, cioè 70.000 anni fa, che l'Homo sapiens inizia a dare segni della propria struttura culturale. Dall'inizio della biologia all'inizio della storia bisogna, dunque, attendere circa 3.999.930.000 (3 miliardi 999 milioni 930 mila) anni.
A questa prima "rivoluzione cognitiva" segue 58.000 anni dopo (dunque 12.000 anni fa) la "rivoluzione agricola" cui succede 11.500 anni dopo (dunque 500 anni fa) la "rivoluzione scientifica".
Torniamo al processo di separazione dagli (e soppressione degli) altri umani ad opera dell'Homo sapiens: in un periodo che va all'incirca da 70.000 a 10.000 anni fa egli o si è ibridato pacificamente con i Neanderthal, gli Erectus, i Denisova, i Soloensis, gli Ergaster o ha eliminato e soppiantato bellicosamente tutte le altre specie del genere "Homo". In tutte le ipotesi, si suppone che egli abbia conquistato "il mondo soprattutto grazie al suo linguaggio unico" (p. 30).
Come mai tra i 70.000 e i 30.000 anni fa si realizzò nell'Homo Sapiens – e solo in lui – la "Rivoluzione cognitiva"? L'autore risponde: "Per quanto possiamo dire, si trattò di un puro caso" (p. 33). Comunque, grazie al loro specifico linguaggio, i Sapiens sono diventati "in grado di parlare di intere categorie di cose che non hanno mai visto, toccato o odorato" (p. 36). Quando tali finzioni sono state condivise "collettivamente" – dunque quando sono stati elaborati i "miti" – i Sapiens hanno acquisito la capacità inedita di "cooperare in maniera flessibile" e "con un numero indefinito di estranei" (p. 37).
I "miti" si riferiscono a cose che non esistono "al di fuori delle storie che le persone si inventano e si raccontano vicendevolmente". Infatti "nell'universo non esistono dèi, non esistono nazioni né denaro né diritti umani né leggi"; né esiste "la Peugeot" (p. 41). I miti e i conseguenti "modelli comportamentali" sono "le principali componenti di quelle che chiamiamo 'culture'", con la configurazione delle quali soltanto si può parlare di "storia" (p. 52). Da quell'epoca in poi, "l'interazione fra idee, immagini e fantasie" si rivela più incisiva nello sviluppo dell'essere umano rispetto alle "interazioni tra geni, ormoni e organismi" (p. 53); anche se è sempre "la biologia" a stabilire "i parametri basilari" entro cui si possono sviluppare le potenzialità dell'Homo sapiens (p. 54).
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17 gennaio 2024

Cenette Filosofiche, testimonianza #3: l'esperienza di Antonella Palazzotto


Filosofia per la vita - Cavadi - Cenette Filosofiche 3

«La cosa che ho apprezzato maggiormente
è il confronto libero,
pluralista e senza pregiudizi»


Anche a me è capitato di riflettere sui frutti che, fino ad ora, sto raccogliendo dalle cenette filosofiche.

Innanzitutto, ho apprezzato i vari testi oggetto di lettura: non li avrei mai scoperti senza le cenette, anche se a volte non riesco a stare al passo con i ritmi del gruppo. Inoltre mi piace l'ambiente fatto da persone che si pongono tanti dubbi su temi per me interessanti.

Comunque la cosa che ho apprezzato maggiormente è il confronto libero, pluralista e senza pregiudizi, privo di qualsiasi "centralismo democratico", che si realizza ogni volta.


Antonella Palazzotto
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20 novembre 2023

Cenette Filosofiche, testimonianza #2: l'esperienza di Antonio Possanza


Filosofia per la vita - Cavadi - Cenette Filosofiche 2

«La filosofia-in-pratica nel cammino
della mia ricerca della felicità»


Un caro zio, quando da ragazzo ne combinavo una delle mie, diceva agli altri famigliari preoccupati: “Lasciate stare, Antonio saprà cavarsela da solo: è un filosofo”. Questa definizione di ‘filosofo’ mi lasciava perplesso in quanto sapevo poco o niente di storia della filosofia. Però c’è da dire che, pur se so poco di storia della filosofia, credo di aver avuto una buona filosofia di vita.

Ho inseguito sempre la vera felicità che per me è il benessere, diverso dalla gioia. La gioia infatti è un momento passeggero, la felicità invece - una volta raggiunta - permane per tutta la vita. Essere felici significa essere sereni anche quando ci capita di dover sopportare un dolore. Quindi la felicità si raggiunge nel momento in cui si accettano con uguale equilibrio gioie e dolori.

Mio padre diceva che avevo un pregio: il sapermi accontentare. E’ vero: non ho mai desiderato di avere qualcosa in più di quello che ho avuto, anzi ho spesso ritenuto che quello che ho avuto fosse immeritato. Il “non desiderare” troppo penso sia una virtù filosofica. (Un momento. Pensandoci bene, una volta nella vita ho desiderato di avere il massimo, quando ho chiesto a mia moglie di sposarmi: ne ho pagato le conseguenze, in quanto aveva un carattere difficile).

Quando mi ammalo rammento sempre le parole di Nietzsche: “Tutto ciò che non mi uccide, mi fortifica”. E’ un pensiero che mi porta a preoccuparmi non più di tanto del mio stato. Accetto ciò di immodificabile che mi manda il destino perché ritengo che sia l’atteggiamento saggio; al contrario bisogna lottare per modificare il modificabile.

A seguito di quanto sopra esposto ritengo che la filosofia-in-pratica sia un modo per cercare di raggiungere la felicità vivendo seguendo virtù filosofiche, senza magari conoscere la storia della filosofia. E questo genere di filosofia la coltivo da anni anche attraverso le “cenette filosofiche per non... filosofi”: un incontro quindicinale nel quale si confrontano liberamente i propri pensieri e grazie al confronto, o magari solo ascoltando, mi accorgo di crescere.


Antonio Possanza
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24 ottobre 2023

Cenette Filosofiche, testimonianza #1: l'esperienza di Armando Caccamo


Filosofia per la vita - Cavadi - Cenette Filosofiche

«L’osmosi che avviene tra le idee di ognuno di noi
è la ricchezza più preziosa di questi incontri»


Era il 2006, già pensionato e ancora consulente aziendale esperto di “comunicazione persuasiva”, cercavo di riempire il vuoto che il congedo dal lavoro a tempo pieno mi regalava. Restituire alla famiglia ciò che il lavoro le aveva tolto era ed è la mia priorità, ma cercavo anche qualcosa che permettesse di dedicarmi a un interesse che non ero riuscito a coltivare come avrei voluto: la riflessione sulla vita con tutti i suoi perché.

Un’amica di “pennello” di mia moglie (pittrici per passione entrambe) mi diceva di certe riunioni periodiche in cui alcuni “non filosofi” di professione si interrogavano sui perché dell’esistenza, ed è così che ci ritrovammo al “Parco letterario Tomasi di Lampedusa” (così si chiamava il locale), in vicolo della Neve, tra i palazzi della Palermo più antica. In un piccolo depliant, infatti, tra gli scaffali che arredavano il caffè letterario, trovai un invito a partecipare alla conversazione pubblica, condotta da un certo Neri Pollastri, sul tema “Cosa può offrire la filosofia alla vita quotidiana dei non filosofi” in occasione della pubblicazione del volume di un certo Augusto Cavadi dal titolo: E per passione la filosofia. Breve introduzione alla più inutile di tutte le scienze.

Avevo sentito parlare di questo professore di liceo che aveva dato una radicale svolta alla sua vita per diventare “consulente filosofico”, mi spiegarono che era una specie di Socrate che ascoltava la gente che aveva voglia di raccontarsi: un filosofo di strada insomma. Seppi che era pure teologo, il che mi incuriosì non poco, dato che mi ero allontanato da tempo da certe frequentazioni.

Dopo l’esperienza della conversazione con Neri Pollastri, la conoscenza di Augusto Cavadi e la lettura del suo libro, cominciai a partecipare alle “cenette per non filosofi”, così erano dette le riunioni periodiche cui accennavo prima. Da allora non ne ho quasi mancata una, prima di presenza e poi on line. Grazie a queste occasioni: ho conosciuto altre persone, con alcuni sono diventato amico. Posso dire che, in tutti questi anni, ho imparato ad affinare il mio pensiero autonomo in contatto con il pensiero altrui che, alle cenette, è sempre degno di rispetto: l’osmosi che avviene tra le idee di ognuno di noi è la ricchezza più preziosa di questi incontri.

Molte sono le iniziative che negli anni si sono realizzate e si realizzano sotto la supervisione di Augusto, che nel tempo mi ha regalato la sua amicizia. Oltre alle vacanze filosofiche estive per non filosofi, molti appuntamenti si ‘sgranano’ lungo tutti i mesi: dalle “domeniche di spiritualità laica” ai giovedì di meditazione ‘laica’, altri eventi si sono infatti aggiunti alle cenette. Dopo saltuarie presenze a tutta questa mole di occasioni intellettuali, mi sono affezionato solo alle “cenette” perché credo al “poco di molto e molto di poco”: infatti la mia vita si snocciola tra interessi votati all’impegno della mente e quelli dominati dalla leggerezza del vivere, che, come dice Italo Calvino, ha i suoi valori da non trascurare, senza contare le lunghe assenze da Palermo per stare vicino ai figli a Milano.


Armando Caccamo
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19 ottobre 2023

La filosofia spiegata ai giovani... d'oggi e di ieri

• Augusto Cavadi •


Filosofia per la vita - La filosofia spiegata ai giovani
A giudicare dal titolo (La filosofia spiegata ai giovani) e dal sottotitolo (Come costruire la propria esistenza e orientarsi nella vita), l’ultimo libro di Stefano Zampieri (Diarkos Editore, Santarcangelo di Romagna 2023, pp. 204, euro 17,00) potrebbe essere scambiato per l’ennesimo manuale propedeutico, ad uso di studenti che si avvicinino per la prima volta alla storia e alle tematiche principali della filosofia.

In realtà é qualcosa di diverso: uno scritto originale, raffinato e articolato, al punto da risultare, a mio avviso, adatto a lettori adulti (o a giovani che, però, abbiano acquisito una notevole familiarità con l’ordine del discorso filosofico).

La filosofia spiegata ai giovani - Come costruire la propria esistenza e orientarsi nella vita
Stefano Zampieri, "La filosofia spiegata ai giovani - Come costruire la propria esistenza e orientarsi nella vita"
(Diarkos Editore, Santarcangelo di Romagna 2023, pp. 204)
Precisiamo subito: “la” filosofia in questione é, inevitabilmente, “una” delle innumerevoli declinazioni della pratica filosofica. Sul modello delle scuole greche ed ellenistiche, infatti, viene qui presentata non come un’attività esclusivamente intellettuale, bensì come “un vero e proprio stile di vita” (p. 14).
Di conseguenza, “una filosofia pensante e dialogante”, “una filosofia nella vita quotidiana, capace di rischiarare le oscure immagini della nostra identità” (p. 23), purché non la si concepisca “come una medicina, come la pillola che prendiamo per il mal di testa”: essa, infatti, “ci aiuta dall’interno, nel senso che ci mette sulla strada, e poi tocca a noi camminare, tocca a noi scegliere la direzione definitiva. La filosofia ci mostra lo spazio che abbiamo di fronte, ci indica l’orizzonte, ci aiuta a fissare dei punti di riferimento utili per non perdersi, ma poi tocca a noi. Saremo noi, infatti, a decidere quale sentiero imboccare, saremo noi a decidere quanto in fretta vorremo camminare, saremo noi a decidere quali svolte vorremmo prendere, e saremo sempre noi a sceglierci i compagni di viaggio migliori” (p. 24).

Filosofia per la vita - Stefano Zampieri
Stefano Zampieri, saggista e consulente filosofico veneziano
Le coordinate che Zampieri propone sono la ricerca della propria identità (ovviamente in senso integrale, non puramente psicologico) (pp. 27-122) caratterizzata, anche, dai punti di riferimento (i “valori”) che adottiamo (auspicabilmente dopo aver sottoposto a vaglio critico quanto ereditato in modo da accettare ciò che davvero “vale” e da scartare il resto) (pp. 123-155).
Solo quando si sia chiarito cosa si è e cosa si vuole diventare ci si può – e ci si deve – interrogare sulla “strada” più opportuna da percorrere (i Greci la chiamavano metodo), che – nella tradizione sapienziale non solo occidentale – è la “saggezza” (pp. 157-192), intesa quale “agire fondato sulla persuasione che un mondo migliore di quello in cui ci si trova a vivere sia non solo possibile ma anche auspicabile” (p. 161).
Si faccia attenzione al verbo agire dal momento che “il saggio, infatti, è colui che vive egli stesso da saggio, non colui che insegna ad altri la saggezza” (p. 163); o, se vogliamo, è colui che – direbbe Kierkegaard – la insegna indirettamente, attraverso la testimonianza effettiva. Per chi, come noi in questi mesi, sta nuovamente e inaspettatamente camminando sull’orlo dell’abisso di una terza (e forse ultima) guerra mondiale, un’àncora di disperata speranza.

Ma “la vita vissuta secondo uno stile filosofico” implica dei costi, delle rinunzie (sia pur, alla fine dei conti, liberatorie): “non può partecipare al grande banchetto del benessere ridotto a mercanzia, senza tradire se stessa e la propria natura” (p. 173). Né può adagiarsi sul conformismo dominante, percorrendo le autostrade affollate dalla maggioranza per timore di sperimentare solitarie vie secondarie, marginali: dunque lasciarsi dondolare pigramente dai “luoghi comuni”, cioè – per riprendere Heidegger – dal “si dice che nessuno dice, che tutti dicono e non appartiene a nessuno, di cui nessuno è responsabile” (p. 177), tanto meno nell’epoca dell’anonimato di un nickname dietro cui ci si cela nella grande rete telematica.

Filosofia per la vita - Illustrazione di Tang Yau Hoong
L’esortazione conclusiva al lettore (giovane o non più tale) – che, proprio attraverso la lettura riflessiva, può rendere vive le pagine scritte – è dunque “ad agire pensando che il meglio è possibile, che esiste un’altra possibilità, che non tutto è già stato deciso, che sei un essere libero, certo stretto da lacci, da vincoli, appesantito da zavorre e gravami, ma ancora intimamente libro di scegliere la propria strada, di costruire il proprio destino, di decidere, in ogni occasione, in ogni situazione, di fronte a ogni difficoltà, in base al meglio possibile, in base a un presupposto di saggezza materiale, non eroico ma impegnativo, assumendoti la responsabilità dei tuoi gesti e di quelli di coloro che ti circondano, nella prospettiva di un mondo migliore di questo” (pp. 185-186).


Augusto Cavadi


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15 ottobre 2023

Da animali a dèi

• Recensione di Bruno Vergani •


Yuval Noah Harari - Da animali a dèi - Breve storia dell'umanità
Yuval Noah Harari, "Da animali a dèi - Breve storia dell'umanità" (Ed. italiana Bompiani, trad. Giuseppe Bernardi 2015)
Edito da Bompiani "Da animali a dèi - Breve storia dell'umanità" è un saggio del giovane storico israeliano Yuval Noah Harari che in 508 pagine, semplici, immediate e piacevolmente rapsodiche, espone la complessa storia dell’uomo dalle origini fino a ipotizzare un suo possibile futuro. La descrizione s’incardina, con taglio divulgativo storico, antropologico, biologico, geografico, politico, psicologico e sociologico, sugli snodi rivoluzionari che nel volgersi del tempo hanno caratterizzato Homo sapiens differenziandolo, nel bene e nel male, dagli altri animali, incluse le differenti specie di Homo che vivevano in un tempo remoto anche coeve ai sapiens - come la specie neanderthalensis -, che se non si fossero estinte avrebbero problematizzato alla radice qualsiasi idealismo antropo-sapienscentrico.

Harari interpreta cruciale la remota rivoluzione agricola, grazie alla quale i sapiens, da raccoglitori di vegetali spontanei e cacciatori di animali selvatici, iniziarono a coltivare ed allevare formando, grazie alle maggiori risorse alimentari ottenute, gruppi con un numero sempre maggiore di individui. Comunità con numero sempre più alto di appartenenti non solo a seguito di maggiori disponibilità di cibo, ma soprattutto grazie alla coesione del gruppo conseguente alla peculiare capacità di immaginare astrazioni condivise: fantasie, miti, abbozzi di religioni e correlati linguaggi. Costrutti che vanno dal primitivo animismo al coniare moneta fino alla costituzione di società per azioni nei nostri giorni, tutte entità irreali nella sostanza - meri arbitri condivisi - eppure efficacissime ed efficientissime nell'ordinare e normare le relazioni umane. Costrutti astratti che portano, via, via, l’umanità al successo planetario, ma anche a problematiche ed effetti collaterali deleteri, sia nel rapporto dell’uomo con la natura a seguito dello smisurato sfruttamento delle risorse (tuttavia secondo l'Autore non esauribili grazie a quanto può fornirci il cosmo e al progresso scientifico), sia per la sofferenza procurata agli altri animali, sapiens compresi: massacri e genocidi tra uomini sono una costante storica.

Yuval Noah Harari
Yuval Noah Harari - Storico, filosofo e saggista israeliano
Tale antropocentrica impostazione dettata da credenze, più o meno condivise, pur permanendo fino ai nostri giorni muta con l’avvento della rivoluzione scientifica, nella quale Homo sapiens passa dall’interpretare e conformare l’universo alle proprie pregiudiziali congetture al riconoscere di non sapere, quindi ad indagare la realtà per ciò che realmente è. Processo che conduce ad una inedita accelerazione di scoperte e produzione, poi culminate nella rivoluzione industriale e in seguito in quella tecnologica e nelle plausibili ipotesi di futuri prolungamenti della durata dell’esistenza individuale, con colonizzazione di altri mondi e possibili creazioni di inedite specie di uomini un po’ organici un po’ bionici, con performance crescenti grazie all’implementazione anabolizzante di intelligenza artificiale.

Siamo numerosi e viviamo di più ma ne è valsa la pena? L’uomo è stato felice? E’ felice? Sarà più felice? L’Autore verso la fine del libro sospende l’asetticità dello storico per proporre un’etica della misura, dove in chiave buddista invita ad un meditato distacco dalle personali ambizioni antropocentriche e dai piaceri illusori. Una sorta di pacata rassegnazione nell’accettazione della parzialità e provvisorietà dell’uomo nel cosmo.

Il libro tanto ricco di spunti stimolanti e di analisi spiazzanti - seppur non inedite, in quanto già illustrate e storicamente affrontate dalla filosofia - con, tra le righe, un coinvolgente humour tragico, porta il lettore a domandarsi: «Ma com’è potuto accadere che questo gruppo di strane scimmie denominate Homo sapiens, alle quali l'Autore del saggio appartiene rappresentandole, abbia potuto raggiungere tale livello di pensiero e di parola?» Harari non spiega l'origine di tale potere, limitandosi a un pittoresco e un po’ ingenuo constatare materia grigia che casualmente inserita in particolari crani sputa fuori, attraverso specifiche sinapsi, pensiero cosciente e appercettivo. Il problema permane aperto.


Bruno Vergani, dal suo blog
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