«L’osmosi che avviene tra le idee di ognuno di noi
è la ricchezza più preziosa di questi incontri»
Era il 2006, già pensionato e ancora consulente aziendale esperto di “comunicazione persuasiva”, cercavo di riempire il vuoto che il congedo dal lavoro a tempo pieno mi regalava. Restituire alla famiglia ciò che il lavoro le aveva tolto era ed è la mia priorità, ma cercavo anche qualcosa che permettesse di dedicarmi a un interesse che non ero riuscito a coltivare come avrei voluto: la riflessione sulla vita con tutti i suoi perché.
Un’amica di “pennello” di mia moglie (pittrici per passione entrambe) mi diceva di certe riunioni periodiche in cui alcuni “non filosofi” di professione si interrogavano sui perché dell’esistenza, ed è così che ci ritrovammo al “Parco letterario Tomasi di Lampedusa” (così si chiamava il locale), in vicolo della Neve, tra i palazzi della Palermo più antica. In un piccolo depliant, infatti, tra gli scaffali che arredavano il caffè letterario, trovai un invito a partecipare alla conversazione pubblica, condotta da un certo Neri Pollastri, sul tema “Cosa può offrire la filosofia alla vita quotidiana dei non filosofi” in occasione della pubblicazione del volume di un certo Augusto Cavadi dal titolo: E per passione la filosofia. Breve introduzione alla più inutile di tutte le scienze.
Avevo sentito parlare di questo professore di liceo che aveva dato una radicale svolta alla sua vita per diventare “consulente filosofico”, mi spiegarono che era una specie di Socrate che ascoltava la gente che aveva voglia di raccontarsi: un filosofo di strada insomma. Seppi che era pure teologo, il che mi incuriosì non poco, dato che mi ero allontanato da tempo da certe frequentazioni.
Dopo l’esperienza della conversazione con Neri Pollastri, la conoscenza di Augusto Cavadi e la lettura del suo libro, cominciai a partecipare alle “cenette per non filosofi”, così erano dette le riunioni periodiche cui accennavo prima. Da allora non ne ho quasi mancata una, prima di presenza e poi on line. Grazie a queste occasioni: ho conosciuto altre persone, con alcuni sono diventato amico. Posso dire che, in tutti questi anni, ho imparato ad affinare il mio pensiero autonomo in contatto con il pensiero altrui che, alle cenette, è sempre degno di rispetto: l’osmosi che avviene tra le idee di ognuno di noi è la ricchezza più preziosa di questi incontri.
Molte sono le iniziative che negli anni si sono realizzate e si realizzano sotto la supervisione di Augusto, che nel tempo mi ha regalato la sua amicizia. Oltre alle vacanze filosofiche estive per non filosofi, molti appuntamenti si ‘sgranano’ lungo tutti i mesi: dalle “domeniche di spiritualità laica” ai giovedì di meditazione ‘laica’, altri eventi si sono infatti aggiunti alle cenette. Dopo saltuarie presenze a tutta questa mole di occasioni intellettuali, mi sono affezionato solo alle “cenette” perché credo al “poco di molto e molto di poco”: infatti la mia vita si snocciola tra interessi votati all’impegno della mente e quelli dominati dalla leggerezza del vivere, che, come dice Italo Calvino, ha i suoi valori da non trascurare, senza contare le lunghe assenze da Palermo per stare vicino ai figli a Milano.
Un’amica di “pennello” di mia moglie (pittrici per passione entrambe) mi diceva di certe riunioni periodiche in cui alcuni “non filosofi” di professione si interrogavano sui perché dell’esistenza, ed è così che ci ritrovammo al “Parco letterario Tomasi di Lampedusa” (così si chiamava il locale), in vicolo della Neve, tra i palazzi della Palermo più antica. In un piccolo depliant, infatti, tra gli scaffali che arredavano il caffè letterario, trovai un invito a partecipare alla conversazione pubblica, condotta da un certo Neri Pollastri, sul tema “Cosa può offrire la filosofia alla vita quotidiana dei non filosofi” in occasione della pubblicazione del volume di un certo Augusto Cavadi dal titolo: E per passione la filosofia. Breve introduzione alla più inutile di tutte le scienze.
Avevo sentito parlare di questo professore di liceo che aveva dato una radicale svolta alla sua vita per diventare “consulente filosofico”, mi spiegarono che era una specie di Socrate che ascoltava la gente che aveva voglia di raccontarsi: un filosofo di strada insomma. Seppi che era pure teologo, il che mi incuriosì non poco, dato che mi ero allontanato da tempo da certe frequentazioni.
Dopo l’esperienza della conversazione con Neri Pollastri, la conoscenza di Augusto Cavadi e la lettura del suo libro, cominciai a partecipare alle “cenette per non filosofi”, così erano dette le riunioni periodiche cui accennavo prima. Da allora non ne ho quasi mancata una, prima di presenza e poi on line. Grazie a queste occasioni: ho conosciuto altre persone, con alcuni sono diventato amico. Posso dire che, in tutti questi anni, ho imparato ad affinare il mio pensiero autonomo in contatto con il pensiero altrui che, alle cenette, è sempre degno di rispetto: l’osmosi che avviene tra le idee di ognuno di noi è la ricchezza più preziosa di questi incontri.
Molte sono le iniziative che negli anni si sono realizzate e si realizzano sotto la supervisione di Augusto, che nel tempo mi ha regalato la sua amicizia. Oltre alle vacanze filosofiche estive per non filosofi, molti appuntamenti si ‘sgranano’ lungo tutti i mesi: dalle “domeniche di spiritualità laica” ai giovedì di meditazione ‘laica’, altri eventi si sono infatti aggiunti alle cenette. Dopo saltuarie presenze a tutta questa mole di occasioni intellettuali, mi sono affezionato solo alle “cenette” perché credo al “poco di molto e molto di poco”: infatti la mia vita si snocciola tra interessi votati all’impegno della mente e quelli dominati dalla leggerezza del vivere, che, come dice Italo Calvino, ha i suoi valori da non trascurare, senza contare le lunghe assenze da Palermo per stare vicino ai figli a Milano.
Armando Caccamo