Fabio Bonafé è un mite, allegro, professore di lettere in quiescenza. Mi viene difficile evitare di pensarlo come una sorta di micione sornione che abbia assunto, provvisoriamente, sembianze umane. Già i titoli di alcuni dei suoi libri più recenti dicono molto della sua arguzia: Le pecore impazienti: settantacinque storie e una ricetta (2009) e Sul rabbi molesto: il lato antipatico di Gesù (2014). Vive a Bolzano, ma non ha mai tagliato il cordone ombelicale con la sua Emilia d’origine. Questo duplice legame spiega perché quest’anno (dopo alcune esperienze analoghe) egli organizza prima a Loiano, sull’Appennino bolognese, e poi a Bolzano, due seminari residenziali sul tema della tenerezza.
Il primo appuntamento è nel week-end 21-22 settembre 2019 presso la Saletta “Maria Dalle Donne” del Municipio di Loiano (Bologna). Si inizia alle 9,00 con un po’ di yoga (guidato da Elena Querzola dell'Associazione Shanti Om), si prosegue incontrando alcuni operatori di “clown in corsia” (http://clownduepuntozero.it) e, dopo la pausa del pranzo, si conversa con lo psicoterapeuta Giovanni A. Fava sul nesso fra “Benessere psicologico e libertà spirituale”. Il giorno dopo ci si risveglia con alcuni esercizi di Qi (guidati da Marco Fregni) e si ascolta l’esperienza di “Manos sin fronteras” raccontata da Maria Rita Toschi e Gabriel Montaldo. Dopo il pranzo, l’ultimo incontro è con Antonio Graziano su “Pedagogia e Teatro della Tenerezza”.
Il secondo appuntamento, nel week-end successivo (28-29 settembre), è presso la “Biblioteca culture del mondo” (via Macello 50, Bolzano). Si inizia alle ore 15,00 di sabato 28 conversando prima con Pierpaolo Patrizi su “L’esperienza di Iris e altro”, poi con Erika Giovanelli su “La pratica dell’ascolto attivo”. Nella mattinata della domenica, infine, riflessione con Ornella Buson su “La tenerezza del Budda”. Anch’io sono stato coinvolto, cortesemente, da Fabio Bonafé a dare una testimonianza: come filosofo a Loiano (sabato 21 dirò qualcosa su “La gentilezza come tratto distintivo del filosofo di strada”) e come teologo, abbastanza eretico, a Bolzano (domenica 29 riferirò su "La tenerezza incompresa di Gesù secondo Hanna Wolff").
Ma quale il senso complessivo di queste occasioni di riflessione sul tema della “tenerezza”? La risposta migliore è nelle parole con cui il promotore dei due seminari accompagna i rispettivi programmi-inviti: “L’umanità ha sempre vissuto «tempi difficili» e ha anche saputo esprimere in ogni situazione attenzione, rispetto, cura degli altri e tenerezza. Non c’è un momento buono per provare e praticare la tenerezza: ogni momento è buono. Anche la nostra società così fortemente competitiva ed escludente, affannata e spesso sull’orlo della disperazione ha bisogno di una forte dose di tenerezza, per se stessi e per gli altri. Chi esercita la tenerezza crea immediatamente un ambiente migliore e tempi meno difficili. Un seminario sulla tenerezza deve provare ad essere «amichevole» e plurale. Per questa ragione avremo occasione di sentire voci ed esperienze diverse, e avremo anche tempi ragionevoli per poter ascoltare ed esprimerci senza fretta, fuori dal clima sempre più diffuso delle contrapposizioni e delle polemiche. La misura e il rispetto degli altri saranno il primo dono che ogni partecipante dovrà portare. Lo spirito della tenerezza è quello di creare ponti e relazioni positive, con uno slancio di simpatia preventiva, che non nega le differenze, ma sa farne una occasione di conoscenza e di bellezza”.
Dimenticavo: la partecipazione ai due seminari è gratuita e, per ogni ulteriore informazione, si può contattare l’organizzatore tramite cellulare (388 4859765) o tramite e-mail (fabiobonafe@hotmail.com).
Il primo appuntamento è nel week-end 21-22 settembre 2019 presso la Saletta “Maria Dalle Donne” del Municipio di Loiano (Bologna). Si inizia alle 9,00 con un po’ di yoga (guidato da Elena Querzola dell'Associazione Shanti Om), si prosegue incontrando alcuni operatori di “clown in corsia” (http://clownduepuntozero.it) e, dopo la pausa del pranzo, si conversa con lo psicoterapeuta Giovanni A. Fava sul nesso fra “Benessere psicologico e libertà spirituale”. Il giorno dopo ci si risveglia con alcuni esercizi di Qi (guidati da Marco Fregni) e si ascolta l’esperienza di “Manos sin fronteras” raccontata da Maria Rita Toschi e Gabriel Montaldo. Dopo il pranzo, l’ultimo incontro è con Antonio Graziano su “Pedagogia e Teatro della Tenerezza”.
Il secondo appuntamento, nel week-end successivo (28-29 settembre), è presso la “Biblioteca culture del mondo” (via Macello 50, Bolzano). Si inizia alle ore 15,00 di sabato 28 conversando prima con Pierpaolo Patrizi su “L’esperienza di Iris e altro”, poi con Erika Giovanelli su “La pratica dell’ascolto attivo”. Nella mattinata della domenica, infine, riflessione con Ornella Buson su “La tenerezza del Budda”. Anch’io sono stato coinvolto, cortesemente, da Fabio Bonafé a dare una testimonianza: come filosofo a Loiano (sabato 21 dirò qualcosa su “La gentilezza come tratto distintivo del filosofo di strada”) e come teologo, abbastanza eretico, a Bolzano (domenica 29 riferirò su "La tenerezza incompresa di Gesù secondo Hanna Wolff").
Ma quale il senso complessivo di queste occasioni di riflessione sul tema della “tenerezza”? La risposta migliore è nelle parole con cui il promotore dei due seminari accompagna i rispettivi programmi-inviti: “L’umanità ha sempre vissuto «tempi difficili»
Dimenticavo: la partecipazione ai due seminari è gratuita e, per ogni ulteriore informazione, si può contattare l’organizzatore tramite cellulare (388 4859765) o tramite e-mail (fabiobonafe@hotmail.com).
Augusto Cavadi