MANUALE PER VIP
Rubrica a cura di Augusto Cavadi

Augusto Cavadi, Manuale per Vip
«Eh, no! Mi dispiace. Se vi siete incuriositi a questa nuova rubrica perché immaginate che parli di questo o quel Vip (dall'inglese "very important person"), rimarrete delusi. Niente pettegolezzi, indiscrezioni, dicerie: l'ottanta per cento della carta stampata e delle televisioni ne è già zeppa! Ho voluto scegliere questa sigla, invece, come abbreviazione di "Vivere in pienezza"...»
Dal post introduttivo ►
CENETTE FILOSOFICHE PER NON... FILOSOFI
(DI PROFESSIONE)
Rubrica a cura di Augusto Cavadi

Augusto Cavadi, Cenette Filosofiche
Nel 2003 alcuni partecipanti abituali alle “Vacanze filosofiche” estive¹, e residenti nella stessa città (Palermo), abbiamo esternato il desiderio di incontrarci anche nel corso dell’anno, tra un’estate e l’altra. Da qui l’idea di una cenetta quindicinale presso lo studio legale di uno di noi, Pietro Spalla, che si sarebbe incaricato di far trovare un po’ di prodotti da forno e qualche bevanda. Appuntamento alle ore 20:00 (in martedì alterni) per accogliersi a vicenda e mangiucchiare ciò che si trova sulla tavola: dalle 20:30 alle 22:00, poi, lo svolgimento dell’incontro.

La metodologia che abbiamo adottato è molto semplice: chiunque del gruppo propone un testo che si presti ad essere letto in chiave di filosofia-in-pratica (dunque non solo un classico del pensiero filosofico, ma anche un romanzo o un trattato di psicologia, un saggio di astrofisica o di botanica) e, se la maggioranza lo accetta, diventa nelle settimane successive il testo-base delle conversazioni. In esse non sono graditi gli approfondimenti eruditi (tipici dei seminari universitari) perché si vorrebbe dare spazio alle riflessioni personali, alle risonanze esistenziali e alle incidenze sociopolitiche, suggerite dal testo adottato. Uniche condizioni per la partecipazione: aver letto le pagine del libro che il gruppo si assegna di volta in volta per la riunione successiva (se non si fosse riusciti a farlo in tempo, si è pregati di assistere in silenzio) e intervenire evitando i toni polemici nei confronti dei presenti che abbiano espresso convinzioni, esperienze, ipotesi interpretative differenti dalle proprie².

La pandemia del Covid-19 ha costretto la piccola comunità di ricerca filosofica a sospendere gli incontri in presenza e a sostituirli con sessione in video-conferenza: certamente una riduzione della qualità delle relazioni fra i partecipanti, ma anche l’apertura di possibilità sino a quel momento inesplorate. Così amiche e amici di varie regioni italiane si sono collegati via internet e questa modalità di interazione ha finito col sostituire del tutto le cenette in presenza. Ci si vede direttamente alle 20:30 collegandosi mediante un link che Pietro Spalla trasmette a chiunque faccia richiesta di essere incluso nell’apposita mailing list (spalla.pietro@gmail.com).

La mailing list è diventata, sempre più, un luogo di scambi tra una cenetta e la successiva: scambi di opinioni, di commenti, di suggerimenti bibliografici, di battute umoristiche, di informazioni su eventi culturali... In questa molteplicità di interventi occasionali, non ne mancano alcuni meno estemporanei, di una certa consistenza e di un certo rilievo, che probabilmente meritano di non essere seppelliti nelle ondate di e-mail che si accavallano di giorno in giorno (talora di ora in ora).

Da qui l’idea di aprire in questo blog – www.filosofiaperlavita.it – un’apposita rubrica – “Cenette filosofiche per non... filosofi (di professione)” – che metta a disposizione, per un lasso di tempo più lungo e soprattutto per un pubblico potenzialmente più ampio, i contributi che i sostenitori finanziari della rubrica riterranno opportuno segnalare³.

Augusto Cavadi


¹ Cfr. https://vacanze.filosofiche.it
² Cfr. “Cenette filosofiche” in A. Cavadi, Mosaici di saggezze. Filosofia come nuova antichissima spiritualità, Diogene Multimedia, Bologna 2016, pp. 282-284.
³ Attualmente i rimborsi delle spese di gestione di questa rubrica sono sostenuti da Caccamo A., Cavadi A., Chiesa L., Cillari E., D’Angelo G., D’Asaro M., Di Falco R., Enia A., Federici G., Galanti M., Gulì A., Leone R., Oddo G., Palazzotto A., Paterni M., Randazzo N., Reddet C., Salvo C., Spalla P., Spalla V., Santagati G., Ugdulena G., Vergani B., Vindigni E. Chi desiderasse aggiungersi al numero dei sostenitori può contattarmi alla e-mail a.cavadi@libero.it

11 dicembre 2021

Covid-19, domande e risposte per cercare di venirne a capo

• Augusto Cavadi •


Filosofia per la vita - Questionario Covid
In quanto filosofo-consulente, per esigenza interiore prima che per professione, ho cercato e cerco di seguire il dibattito attuale sul Covid-19. Poiché avverto fortemente i miei limiti (di informazione scientifica e di riflessione critica) sono arrivato alla conclusione di chiedere aiuto ai lettori di questo blog che vogliano prestarmelo.
Ecco dunque 6 domande: chi vorrà, potrà dare – nello spazio ‘commenti’ in calce (o, se avesse difficoltà tecniche, scrivendo su a.cavadi@libero.it una e-mail che poi mi incaricherei di ricollocare sul blog) – le sue risposte.
Saranno cancellate esclusivamente le risposte o formulate in maniera offensiva (si prega di esprimere liberamente il proprio parere senza fare riferimento esplicito e diretto a interventi precedenti ospitati nel blog) o generiche (intendo: che non facciano riferimento a una domanda precisa, specifica); lascerò invece al giudizio di chi leggerà le risposte la valutazione degli interventi carenti o per riferimento alle fonti o per illogicità di argomentazione. La sinteticità di ogni risposta gioverà certamente alla comprensione della stessa da parte dei lettori.

• 1: “La pandemia, di cui parla la maggior parte delle fonti governative italiane e dei mezzi di trasmissione sociale, c’è davvero o è – in parte o in toto – un’invenzione?
• 2: “Chi si è sottoposto a una o più dosi di vaccino ha – nei mesi immediatamente successivi - le stesse probabilità statistiche di ammalarsi rispetto a chi non vi si è sottoposto?”
• 3: “A prescindere dalle probabilità di ammalarsi, chi si è sottoposto a una o più dosi di vaccino, se si contagia – nei mesi immediatamente successivi – è esposto al medesimo grado di rischi clinici rispetto a chi non si è sottoposto a profilassi?”
• 4: “A prescindere dalle probabilità e dalla gravità del contagio personale, chi si è vaccinato può contagiare altri in misura meno grave rispetto a chi non si è vaccinato?”
• 5: “A prescindere dai metodi per ottenerlo (green pass o altro), l’obiettivo di vaccinare quanti più cittadini possibile è condivisibile (perché gli innegabili effetti secondari indesiderabili costituiscono un prezzo accettabile) o contestabile (perché, rispetto agli inconvenienti sanitari, l’obiettivo della profilassi non assicura vantaggi apprezzabili)?”
• 6: “Il governo italiano ha, di fatto, limitato la sfera di libertà dei cittadini in questo periodo di pandemia: giudicata nel suo complesso, questa politica restrittiva è stata giustificata da oggettive ragioni di salute pubblica o si è attuata – strumentalizzando la ‘pandemia’ (vera o presunta) - per obiettivi strategici inconfessabili (ma intuibili)?”


Se sono stato chiaro nella mia proposta, ogni intervento dovrebbe avere una struttura analoga alle Summae medioevali: “Alla prima questione rispondo che…”. Ovviamente è possibile, dopo aver risposte alle domande o dopo averle bypassate, esprimere delle considerazioni critiche sul questionario: ad esempio, notando che qualche domanda è stata malposta o proponendo l’aggiunta di qualche altra questione etc.


Augusto Cavadi
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14 commenti:

  1. Buongiorno carissimo Augusto 🙂
    Ecco le risposte al tuo questionario, numerate in funzione delle domande:

    1- La pandemia purtroppo è una realtà.

    2- In base ai dati resi noti dall’EMA, AIFA, ECDC, chi fa il vaccino statisticamente ha meno probabilità di ammalarsi ed è esposto a minore rischi clinici rispetto a chi non si è sottoposto a profilassi.

    3- Non saprei dire se chi si è vaccinato può contagiare altri in misura meno grave rispetto a chi non si è vaccinato.

    4- Penso che bisognerebbe vaccinare quante più persone possibili, anzi urgerebbe rendere il vaccino disponibile a tutta la popolazione mondiale.

    5- Trovo che costringere i cittadini a vaccinarsi attraverso la certificazione del green-pass sia, in linea di principio, sbagliato; pur tuttavia riconosco che, vista la grande confusione e l’urgenza del momento, non ci sia altra scelta.

    6- Infine, sono contraria alle imposizioni che limitano le libertà, ma considerando la babele di opinioni contrastanti e antiscientifiche, ritengo che le restrizioni imposte dal governo siano purtroppo necessarie: senza di esse la diffusione del virus e, dunque, il numero dei morti sarebbero maggiori.

    Margherita Ganci

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  2. Alla prima questione rispondo che viviamo in tempi davvero interessanti visto che questa domanda che sembra proporsi in modo leggero e vagamente ironico non è banale in quanto il rapporto annuale del CENSIS di qualche giorno fa ci ha certificato che per tre milioni di italiani il Covid non esiste e per sei milioni il vaccino è inutile: d'altra parte il 5,8 per cento dei cittadini crede che la terra sia piatta e il 10 per cento è convinto che l'uomo non sia mai arrivato sulla luna. Lo studio parla di una sorta di fuga fatale nel pensiero magico e del rifugiarsi in un controsapere stregonesco e/o sciamanico . Per il resto basta guardare intorno a noi per sapere dai mezzi di informazione ufficiali ( fake-news per i no-qualcosa ) che negli USA ad oggi i morti per covid19 sono arrivati a quasi 800.000; in Inghilterra sono arrivati a 146.000 e in Germania 106.000.
    Alla seconda questione rispondo che una persona che ha completato il ciclo vaccinale con 2 dosi nei 5 mesi successivi ( questo lo stiamo verificando adesso ) ha una bassissima probabilita di ammalarsi( <10% ). Questo ovviamente perchè anche se molto efficaci nel prevenire la malattia grave i vaccini come tutti i farmaci non sono efficaci al 100%
    Alla terza questione rispondo che i vaccini anti-Covid sono molto efficaci e riducono in maniera sostanziale il rischio di ammalarsi . I rischi clinici a cui è esposto il paziente vaccinato che si infetta sono davvero contenuti e raramente richiedono l'ospedalizzazione.

    Alla quarta questione rispondo che adesso abbiamo verificato sul campo che i vaccini di cui disponiamo non sono sterilizzanti e quindi non si può esludere la possibilita di infettarsi anche se ciò accade raramente. Nei vaccinati con ciclo completo se si infettano la replicazione virale è molto minore rispetto ai non vaccinati anche nelle mucose nasali e quindi la diffusione del virus nell'ambiente è molto piu difficile. I vaccinati inoltre sono in media contagiosi per un tempo minore rispetto ai non vaccinati.

    Alla quinta questione rispondo che il Coronavirus come tutti i virus di questa famiglia , replicandosi muta continuamente e ovviamente ciò accade nei soggetti non vaccinati per cui è fondamentale vaccinare quanta piu gente possibile in tutto il pianeta, come ha sottolineato il Prof. Antony Fauci oggi.

    Alla sesta questione rispondo che la limitazione della sfera della libertà prima con il lockdown e poi i vari colori da assegnare alle regioni a seconda di parametri ben definiti e adesso con i vari Green Pass è stata necessaria per cercare di ridurre la diffusione della pandemia. Come detto prima noi dobbiamo considerare che il virus continua a mutare ( variante Delta, poi Omicron ecc. ecc. ) e pertanto non avendo la possibilità di fare previsioni attendibili circa l'andamento della diffusione del virus un certo grado di emergenza deve essere mantenuto e le varie limitazioni della liberta individuale vengono adeguate di volta in volta. Il virus si vince usando tutte le armi , in primis i vaccini, i farmaci disponibili , i presidi come mascherina ecc , e tanto buonsenso.


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  3. alla prima domanda rispondo: certo che è vero;
    alla seconda rispondo che chi come me si è sottoposto alle vaccinazioni e soprattutto al richiamo è più protetto di chi non si vaccina. I dati mi sembrano molto chiari;
    Riguardo la terza domanda, anche qui i dati scientifici dicono che chi si è vaccinato evita il rischio di conseguenze gravi, di andare in terapia intensiva e di essere intubato;
    circa la quarta domanda no ho certezze ma il mio intuito mi dice che uno vaccinato ha una carica virale più debole e quindi dovrebbe infettare di meno;
    alla quinta domanda rispondo che sono serto che occorra una vaccinazione di almeno il 90% e a livello globale per potere liberarci definitivamente dal Covid;
    all'ultima domanda rispondo che il Governo ha agito per proteggere la popolazione e non mi sono sentito privato di alcuna libertà. Prova ne sia che siamo tra i migliori in Europa e nel mondo. L'unico attentato alla mia libertà e alla mia salute l'ho ricevuto e continuo a riceverlo dai novax, terrapiattisti e negazionisti, i quali scambiani la libertà di espressione con la libertà di danneggiare gli altri. La critica che rivolgo al governo è di essere stato e di essere ancora troppo debole nel permettere ancora oggi e da decine di settimane di continuare a fare manifestazioni, tavolta anche violente e comunque dannose per i commercianti e non solo.

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  4. Faccio una premessa: la risposta alle domande presuppone una presa di posizione epistemologica (e ontologica), che mi sembra il vero problema della situazione che stiamo vivendo. Credi sia cioè necessario specificare i criteri di selezione delle fonti dei dati in base ai quali diamo le risposte, per quali ragioni le riteniamo epistemologicamente più affidabili e quale tipo di "realtà" vanno a costituire. In caso contrario ogni confronto finirà in un dialogo tra sordi, come quello tra il conduttore televisivo che chiede a Cacciari come spieghi che la realtà contraddica le sue tesi e il Superfilosofo che risponde: "la realtà non esiste perché è scritta dal potere".

    Specifico perciò che le mie fonti sono tutte quelle disponibili, selezionate solo in base alla coerenza delle loro argomentazioni e non delle posizioni sostenute, quindi organizzate in funzione della conferma che reciproca - il che significa che "reale" è ciò che viene confermato dal maggior numero di fonti coerenti.

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    1. Nell'ultimo capoverso va letto "organizzate in funzione della loro conferma reciproca"

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  5. Fatta questa premessa, alla prima domanda rispondo che la pandemia è palesemente una realtà, non c'è proprio niente di inventato. Talvolta, specie inizialmente, sono stati usati toni troppo drammaticizzati, ma ormai questo accade più tra i suoi negatori che non tra i cosiddetti "media mainstream".

    Alla seconda domanda rispondo che, almeno fino alla recente variante Omicron, le possibilità di ammalarsi erano largamente inferiori tra chi si vaccinava rispetto ai non vaccinati. I dati sono ampi e quasi totalmente concordanti. E anche buona parte dei dati che in prima approssimazione sembrano dire il contrario si spiegano facilmente guardando nel dettaglio i campioni o le condizioni locali in cui sono stati raccolti.

    Per la terza domanda vale la stessa risposta della seconda: finora la quasi totalità dei dati raccolti negli ospedali di tutto il mondo testimonia che le terapie intensive sono sature di non vaccinati, che sono anche il maggior numero di morti, a dispetto di essere in larga minoranza tra la popolazione. I soli dati diversi vengono da paesi dove è stata tolta ogni restrizione profilattica, in particolare da quelle in cui vaccinati e non vaccinati non sono stati in alcun modo distinti.

    Alla quarta domanda rispondo che tutti i dati disponibili ci mostrano come un non vaccinato abbia una possibilità molto, molto più elevata (stimabile in oltre venti volte) di contagiare rispetto a un vaccinato. La ragione è semplice e chiara: i non vaccinati si contagiano di più e conservano una carica virale alta più a lungo. Su questo non c'è alcun dubbio e le obiezioni sollevate in proposito sono sempre caratterizzate da errori logici.

    Alla quinta domanda rispondo che l'obiettivo di vaccinare più cittadini possibile sia giusto, per molteplici ragioni, tra cui elenco la riduzione della circolazione del virus, il contenimento dell'afflusso di malati negli ospedali, la possibilità di riprendere (quasi) a pieno le attività ordinarie, il contenimento dei costi economici e sociali per la cittadinanza. Meno rilevante la spesso proclamata "vittoria sul virus", che nessuna persona accorta può pensare di ottenere in una pandemia dall'alta infettività quale è il covid (per il vaiolo, assai meno diffuso e contagioso, sono serviti trent'anni).

    All'ultima domanda rispondo che - sebbene ritenga vaccinarsi un dovere civico - sono contento che il Governo non abbia posto l'obbligo vaccinale, lasciando a chi proprio non se la sente la libertà di non farlo. Mi sarei aspettato da questi una riconoscenza nei confronti di tale libertà loro concessa, nonché la loro volontaria autolimitazione delle attività prevedenti il contatto fisico, così da contenere il rischio di contagio conseguente alla loro scelta. Trovo perciò giustissime le limitazioni imposte loro dal Governo, atte a garantire il diritto costituzionale alla salute, geneticamente prioritario rispetto a quelli limitati dalle misure (senza salute non ci sono né cinema, né ristoranti, né lavoro). Quanto alle ragioni di quelle misure, se quelle concrete legate alla pandemia sono palesi e confermate dai dati (vedi sopra quanto alla risposta 3), non riesco a trovare minimamente sensata neppure una delle molte ragioni politiche e strategiche del "potere" avanzate in questi mesi

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  6. Orlando Franceschelli14 dicembre 2021 alle ore 22:02

    1) Questa domanda mi sembra fondamentale poichè ci invita a non cedere al più
    acritico non-riconoscimento dei dati di fatto (negazionismo) e, una volta riconosciuto che la pandemia non è un'invenzione, a cercare di capire le sue cause effettive, in dialogo con la comunità scientifica;
    2, 3, 4) la netta maggioranza di scienziati e medici ci dice che i vaccinati: a) hanno meno probabilità di ammalarsi, b) meno probabilità di finire in terapia intensiva qualora si ammalino, c) sono meno contagiosi per gli altri;
    5) assecondare quanto più possibile la vaccinazione è una prova di cittadinanza consapevole e solidale. Nonchè in completa sintonia con il diritto alla salute (e alla sua effettiva tutela) garantito dalla nostra Costituzione;
    6) ogni scelta e ogni agire politico è discutibile e migliorabile. Mi sembra però che il governo abbia cercato di dare attuazione agli articoli 2, 16 e 32 della nostra Carta, che sommessamente inviterei a rileggere, insieme al primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo proclamata dall'ONU nel 1948. Il vero problema che abbiamo è l'egoismo con cui i Paesi più ricchi stanno trattando i Paesi più poveri e più colpiti anche da questa pandemia (che in realtà è una sin-demia, ossia è sempre da collegare anche alle altre patologie e disuguaglianze che la favoriscono e che essa aggrava): l'esiguità di aiuti sanitari ed economici che di fatto stanno arrivando ai Paesi più poveri è semplicemente scandalosa e inaccettabile, come denuncia, ad esempio, anche Medici senza Frontiere.

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  7. "CC" ha lasciato un nuovo commento (*il link contenuto nel commento è stato rimosso per protezione anti-phishing: se lo desidera, l'autore/autrice potrà postarlo in forma testuale all'interno di un nuovo commento):

    Per le risposte alle domande 2-4, invito alla lettura di "Forcing people into COVID vaccines ignores important scientific information" (*) Una breve bio dei 3 autori è visualizzabile.

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  8. Aggiorno il post precedente segnalando la trad. it. di "Forcing people ecc." nel blog di Sabino Paciolla, post del 16 dicembre, con il tit. "Si costringe la gente a vaccinazioni COVID sottacendo importanti informazioni scientifiche". La trad. è però priva dei numerosi link esterni di approfondimento.

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    1. Gentile "CC", in quanto promotore di questa discussione mi permetto di chiederti se puoi intervenire in forma non anonima. Ciò favorirebbe, pur nei limiti di un blog, un carattere più 'umano' al nostro dialogo filosofico. Grazie in ogni caso.

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  9. Caro Augusto, sono Carla Crivello, e ci tengo a precisare che la forma anonima è dovuta al fatto che l'icona (non cliccabile), di fianco alle mie iniziali, rinvia al mio blog.
    Ti ringrazio per le domande e saluto cordialmente te e i commentatori.

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    1. Ti ringrazio molto della 'rivelazione' :-) e ti auguro cose belle anche per le festività imminenti

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  10. 1) Alla prima domanda rispondo che certamente siamo alla presenza di una pandemia, perché l'infezione da COVID-19, come ha dichiarato l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), risponde a tre criteri precisi: si diffonde tra persone, ha provocato tanti morti e si è diffusa a livello globale. Va, però, rilevato che la pandemia COVID-19 è anche una sindemia (The Lancet 26 settembre 2017; Nature Rev Immunol 26 settembre 2020) e richiede, per una migliore gestione della stessa, un "approccio sindemico". Quest'ultimo esamina la conseguenza sulla salute tra la patologia e altre concomitanti malattie (es. diabete, ipertensione, malattie autoimmuni, tumori, ecc) o anche i fattori sociali (povertà) , ambientali o economici che peggiorano la malattia. La comprensione dei vari meccanismi aiuta a migliorare la prognosi , il trattamento e le politiche sanitarie cercando di contrastare le disuguaglianze sul piano della salute.
    2) Chi è sottoposto a una o più dosi di vaccino ha, senza alcun dubbio, meno probabilità di ammalarsi. La vaccinazione anti-COVID-19, come accade per tutte le vaccinazioni, non protegge il 100% degli individui vaccinati. Ora sappiamo che la vaccinazione anti-COVID-19, se si effettua il ciclo vaccinale completo, protegge all’88-90% dall’infezione, al 94% dal ricovero in ospedale, al 97% dal ricovero in terapia intensiva e al 96% da un esito fatale della malattia. I vaccini hanno confermato, anche nel mondo reale e su soggetti molto esposti, un'efficacia del 90% dopo due dosi, e dell'80% dopo una dose
    3) Chi si è sottoposto a una o più dosi di vaccino se si contagia ha un rischio clinico significativamente più basso rispetto ai non vaccinati. Casi gravi sono rarissimi tra i vaccinati e interessano per lo più anziani con pluripatologie.
    4) Un vaccinato può dunque infettarsi e a sua volta contagiare altre persone. Il rischio è però certamente basso: la replicazione virale nelle persone vaccinate, infatti, è minore rispetto ai non vaccinati, perché nei vaccinati la risposta immunitaria che si scatena anche a livello della mucosa nasale riduce la quantità di virus che si replica e questa minor replicazione rende più difficile la diffusione dell’infezione da una persona all’altra. I vaccinati inoltre sono in media contagiosi per un tempo minore rispetto ai non vaccinati. Inoltre, secondo gli ultimi dati a disposizione, la probabilità di un vaccinato di contagiare altre persone si riduce di almeno il 70% rispetto a quella di un non vaccinato (valore che raggiunge l’85 per cento in alcuni studi, anche in base al tipo di vaccino). Nei vaccinati che hanno contratto comunque l'infezione la carica virale (ossia il numero di copie di RNA del virus presenti in un millilitro di materiale biologico) era inferiore del 40% rispetto a quella rilevata nei non vaccinati: un'ottima notizia, perché questo valore è indicativo della probabilità dei positivi di diffondere il patogeno a loro volta.
    5) Non esiste alcun dubbio che l'obiettivo di vaccinare quanti più cittadini possibile sia una scelta seria e condivisibile, direi l'unica veramente logica e scientifica. Lo dimostra il dato che grazie alla vaccinazione si è riusciti a ridurre la pressione sulle rianimazioni rispetto al periodo 2020, quando non si disponeva di alcun vaccino.
    6) La politica restrittiva è stata certamente giustificata da oggettive ragioni di salute pubblica anche se non sono mancate le contraddizioni. Ad esempio non si è intervenuto adeguatamente nel potenziamento dei trasporti favorendo gli assembramenti.

    Commento di Enrico Cillari

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  11. Riportiamo di seguito il cortese commento/contributo di Stefania Bernabeo.

    • 1) La pandemia c’è davvero ed è reale. E’ capitato talvolta che alcuni media identificassero la sua pericolosità nel possibile sterminio di massa, cosa non veritiera poiché la pericolosità di questo virus non sta nel suo tasso di letalità bensì nel suo tasso di mortalità. Mi spiego. Il tasso di letalità si ottiene dividendo il numero delle persone decedute a causa della malattia con il totale dei malati, per cui ci indica quante persine infettate siano realmente decedute. Il tasso di mortalità, invece, si ottiene dividendo il numero delle persone morte a causa della malattia con quello del totale degli esposti (cioè l’intera popolazione interessata).
    Un virus che provoca la morte dell’1% degli infettati non è un virus molto letale, tuttavia se riesce a infettare un miliardo di persone ne ucciderà dieci milioni (1%), il che lo rende un virus pericoloso. Il Covid, quindi, è molto pericoloso perché ha una bassa letalità ma ha una grande capacità di diffusione.

    • 2) No, ci sono evidenze statistiche per ogni vaccino esistente ed esistito che indicano come ci sia un tasso di contagio, sviluppo di sintomi e morte nettamente inferiore nei vaccinati rispetto ai non vaccinati. Le malattie virali oggi debellate – poliomelite, vaiolo, meningite virale - sono il risultato di una massiccia vaccinazione di massa, che ha ridotto progressivamente la diffusione del virus. Chi si è vaccinato ha meno probabilità di ammalarsi e quindi diffonde meno il contagio

    • 3) No, come detto prima il un tasso di contagio, sviluppo di sintomi e morte è nettamente inferiore nei vaccinati rispetto ai non vaccinati.

    • 4) Sì, chi si è vaccinato contagia gli altri con minore probabilità.

    • 5) E’ assolutamente condivisibile la prima affermazione poiché la vaccinazione di quanti più cittadini possibile è l’unico metodo efficace che conosciamo per la debellazione del virus.
    Per quanto riguarda gli “innegabili effetti secondari” è statisticamente provato che ci sono effetti collaterali più probabili nel prendere la Tachipirina che nel vaccinarsi contro il Covid.
    La seconda affermazione, invece, non è supportata da alcune evidenza scientifica poiché la scienza conferma l’esatto contrario – è evidente che non si muore più di malattie esantematiche o di vaiolo.

    • 6) Il governo italiano ha semplicemente applicato dei protocolli medici redatti appositamente per situazioni pandemiche. Anche gli altri Paesi hanno adottato successivamente le stesse normative, prendendo esempio proprio dall’Italia.
    E’, inoltre, importante sottolineare che nella storia dell’uomo qualsiasi malattia infettiva ha comportato isolamento – quarantena – e adozione di un antidoto – vaccino -.
    In passato ci sono stati i lazzareti, la fuga in luoghi isolati per evitare il contagio.
    Il lockdown è, quindi, una precauzione adottata in tutte le epoche.
    Oggi abbiamo il vantaggio di avere una scienza medica avanzata e quindi migliori strumenti per combattere i virus ma l’isolamento rimane fondamentale per arginarne la diffusione.

    Stefania Bernabeo

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