MANUALE PER VIP
Rubrica a cura di Augusto Cavadi

Augusto Cavadi, Manuale per Vip
«Eh, no! Mi dispiace. Se vi siete incuriositi a questa nuova rubrica perché immaginate che parli di questo o quel Vip (dall'inglese "very important person"), rimarrete delusi. Niente pettegolezzi, indiscrezioni, dicerie: l'ottanta per cento della carta stampata e delle televisioni ne è già zeppa! Ho voluto scegliere questa sigla, invece, come abbreviazione di "Vivere in pienezza"...»
Dal post introduttivo ►

18 ottobre 2016

Psicoterapie. Un manualetto di orientamento alla scelta

Lia Cucinotta, Psicoterapie. Un manualetto di orientamento alla scelta, Diogene Multimedia, Bologna 2016, pp. 102, euro 5,00.

PERCHÉ QUESTA BREVE GUIDA ORIENTATIVA?

Psicoterapie. Un manualetto di orientamento alla scelta
A tutti noi capita, prima o poi, di far ricorso ad uno psicoterapeuta. O per noi stessi o per qualche persona cara. Già anni fa sono stato colpito dai risultati di una mia piccola indagine: la quasi totalità dei conoscenti si era rivolta a un certo psicoterapeuta, anziché a un altro, solo per caso. Ammesso (e non sempre concesso) che l’aspirante paziente fosse in grado di circoscrivere l’ambito professionale degli psicoterapeuti (senza confonderli né con i neurologi né con gli psichiatri né con i counselors psicologici né con altre categorie similari), rivolgersi a un determinato  studio era stato conseguenza non di una vera e propria scelta bensì di fattori del tutto occasionali: uno era andato dal professionista più vicino a casa, un’altra dall’ex compagno di classe, un altro ancora si era fidato di un certo annunzio pubblicitario...
Ovviamente questi criteri (o non-criteri) di opzione sono tra le cause più frequenti di delusione: come lo sarebbero se fossero applicati anche nella scelta di un avvocato, senza stare troppo a sottilizzare se è civilista, penalista o tributarista. Se si sceglie lo psicoterapeuta o l’avvocato più adatto alle nostre esigenze non è detto che si resti necessariamente soddisfatti: ma, almeno, si riducono  i motivi di insoddisfazione.
Come insegnante di filosofia, e come titolare di uno studio di consulenza filosofica, mi capita quasi ogni giorno di ascoltare confidenze e richieste di aiuto. In alcuni casi capisco che si tratta d’interlocutori che cercano qualcuno con cui confrontarsi dialetticamente, in grado non di dare risposte definitive o ricette di vita, bensì di stimolare la capacità di analisi razionale e di chiarificazione esistenziale: e sono i casi in cui ritengo di potermi assumere la responsabilità di una relazione professionale. In qualche altro caso intuisco che la persona che ho davanti vive una propria dimensione religiosa ed ecclesiale; che non vuole mettere in discussione i fondamenti della sua visione del mondo, ma soltanto affrontare dei dilemmi etici o dei dubbi teologici: perciò la indirizzo a qualcuno dei consiglieri spirituali (preti cattolici o pastori protestanti) della cui competenza mi fido.
Tutto mi riesce più difficile quando, in base alla formazione in scienze psicologiche (sono stato anche ordinario di queste discipline nelle scuole secondarie superiori), mi sembra che l’interlocutore abbia l’esigenza non soltanto di una consulenza filosofica o di un’assistenza teologica, bensì anche (o soprattutto o più urgentemente) di un aiuto terapeutico. Dove indirizzarlo?

• In alcuni casi, quando a occhio mi pare che siano prevalenti i fattori fisiologici del malessere, provo con qualche neurologo.
• In altri, quando ho il sospetto che si tratti di alterazioni più gravi dell’organismo – in particolare delle funzioni cerebrali – indirizzo verso psichiatri (o neuro-psichiatri che sapranno, molto meglio di me, diagnosticare le origini e il livello dei disturbi del paziente).
• In molti casi, però, il racconto delle sofferenze mi orienta verso professionisti esperti – più che in approcci farmacologici e strumentali – in psicoterapia. Che cercano di curare le turbe psichiche mediante la comunicazione e la relazione, puntando soprattutto sull’efficacia evocativa, esplorativa e lenitiva, della parola.

Esperti in psicoterapia, va bene: ma su quali presupposti teorici, mediante quali metodologie, con quali esperienze specifiche?  Che siano analisti del profondo (di orientamento freudiano, junghiano o adleriano) o che prediligano l’approccio cognitivista è esattamente equivalente? Che abbiano affinato le competenze lavorando con coppie di adulti in difficoltà sessuale oppure con bambini autistici è indifferente? Certo la psiche non si lascia suddividere in settori e in sottosettori: se un chirurgo ortopedico specialista in ginocchi è capace di operare a una spalla, a maggior ragione uno psicoterapeuta esperto in deliri mistici saprà orientarsi con un paziente affetto da fame compulsiva. Tuttavia... se possibile, ognuno di noi preferirà bussare allo studio di un ortopedico specialista in spalla o di uno psicoterapeuta specialista in fame compulsiva se è in quell’ambito determinato, della corporeità o della psiche, che ha bisogno di cure.
Proprio per offrire un primo, semplice ma affidabile, strumento di orientamento a chi è alla ricerca consapevole di un sostegno terapeutico (per sé o per persone di cui si è in qualche modo responsabili) ho invitato la mia amica Lia Cucinotta, orientatrice e formatrice di Messina, a redigere una mappa, generale e propedeutica, delle diverse scuole di psicoterapia in Italia. Ella ha investito la sua duplice competenza di specialista in Psicologia di comunità (master biennale Aspic di Roma), quanto ai contenuti, e di laureata in Lettere classiche, quanto allo stile comunicativo. A me pare che abbia assolto felicemente il compito, ma l’ultima parola spetterà ai lettori che avranno utilizzato questa guida tanto rara quanto necessaria.


Augusto Cavadi
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